Intermedia

[/spb_icon_box] [spb_icon_box title=”Temperatura” box_type=”animated” image=”ss-thermometer” color=”standard” target=”_self” animation=”none” animation_delay=”0″ width=”1/3″]

16°C-17°C notturni

22°C-23°C diurni

[/spb_icon_box] [spb_icon_box title=”Luce” box_type=”animated” image=”ss-sun” color=”standard” target=”_self” animation=”none” animation_delay=”0″ width=”1/3″ el_position=”last”]

Ombra parziale

Evitare sole diretto

[/spb_icon_box] [blank_spacer height=”60px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_icon_box title=”Umidita’” box_type=”animated” image=”ss-rainumbrella” color=”standard” target=”_self” animation=”none” animation_delay=”0″ width=”1/3″ el_position=”first”]

70%

[/spb_icon_box] [spb_icon_box title=”Acqua” box_type=”animated” image=”ss-droplet” color=”standard” target=”_self” animation=”none” animation_delay=”0″ width=”1/3″]

In estate bagnare almeno 2 volte alla settimana, 1 per l’inverno

[/spb_icon_box] [spb_icon_box title=”Fertilizzazioni” box_type=”animated” image=”fa-eyedropper” color=”standard” target=”_self” animation=”none” animation_delay=”0″ width=”1/3″ el_position=”last”]

Ogni bagnatura con fertilizzante NPK bilanciato (20-20-20)

[/spb_icon_box] [blank_spacer height=”60px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_icon_box title=”Ventilazione” box_type=”boxed-two” image=”ss-tornado” color=”standard” target=”_self” animation=”none” animation_delay=”0″ width=”1/3″ el_position=”first”]

[/spb_icon_box] [spb_icon_box title=”Media e rinvaso” box_type=”animated” image=”ss-macchiato” color=”standard” target=”_self” animation=”none” animation_delay=”0″ width=”1/3″]

Vaso con bark

[/spb_icon_box] [spb_icon_box title=”Riposo” box_type=”animated” image=”fa-history” color=”standard” target=”_self” animation=”none” animation_delay=”0″ width=”1/3″ el_position=”last”]

No

[/spb_icon_box] [spb_text_block pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”1/1″ el_position=”first last”]

Passate con il cursore sulle caselle per girarle e svelarne il contenuto; le caselle piu’ piccole non hanno dei dettagli da svelare

[/spb_text_block] [/spb_column] [blank_spacer height=”60px” width=”1/6″ el_position=”last”] [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_row row_bg_type=”image” parallax_image_height=”content-height” parallax_image_movement=”fixed” parallax_image_speed=”0.5″ parallax_video_height=”window-height” parallax_video_overlay=”none” row_overlay_opacity=”0″ width=”1/1″ el_position=”first last”] [divider type=”go_to_top_icon1″ text=”Torna su” full_width=”no” el_class=”generalita” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_text_block title=”Generalita’” icon=”generalita” pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”1/1″ el_position=”first last”]

Il genere Phalaenopsis comprende allo stato naturale circa 40 specie originarie del Sud-est asiatico, in un’area compresa tra l’Assam e Burma sino alla Thailandia, alle Molucche, alle Filippine e a sud sino all’Australia settentrionale.

Questo nome, che significa “simili ad una falena”, fu loro assegnato dal botanico tedesco Blume nel 1852, quando ne descrisse la prima specie: Phalaenopsis Amabilis.

Parlando di Phalaenopsis ibride, la prima cosa da dire, è che queste orchidee sembrano essere le candidate ideali per vivere con noi, nella nostra casa. Le Phalaenopsis non si presentano, quindi, come un oggetto misterioso o come un intricato mistero aperto solo ad una serie di iniziati, anzi rappresentano la pianta, nel nostro caso l’orchidea, ideale per tutti i neofiti che vogliono avvicinarsi al mondo delle orchidee e per tutti coloro che non potendo avere una serra desiderano comunque coltivare questa passione. Il loro successo, oltre alla relativa facilità di coltivazione, è inoltre garantito da una caratteristica fondamentale per una pianta: la bellezza del fiore. Leggeri ed eleganti allo stesso tempo, i fiori delle Phalaenopsis sono certo la migliore espressione della grazia che un fiore può esprimere. Il possesso di una serra quindi non si pone nel nostro caso come una necessità assoluta, anzi il limite deve essere posto in relazione al tempo e alla passione di ognuno. Per incominciare quindi basterà una finestra, se poi con il tempo la passione vi travolgerà e ne avrete l’opportunità, potrete anche allargare i vostri orizzonti costruendo una serra tutta per le vostre Phalaenopsis. La cosa importante è, comunque, raggiungere il massimo dei risultati in ogni circostanza.

[/spb_text_block] [spb_column width=”1/2″ el_position=”first”] [blank_spacer height=”90px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_single_image image=”3029″ image_size=”full” frame=”noframe” intro_animation=”none” full_width=”no” lightbox=”yes” link_target=”_self” caption=”Phalaenopsis ibridi” width=”1/1″ el_position=”first last”] [/spb_column] [spb_column width=”1/2″ el_position=”last”] [blank_spacer height=”90px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_text_block pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”1/1″ el_position=”first last”]

La loro struttura è definita monopodiale, si sviluppano cioè secondo un asse con un solo apice vegetativo. Presentano generalmente quattro o cinque foglie alternate, succulente, molto ravvicinate, le cui dimensioni e il cui colore variano a seconda della specie; il colore in particolare varia dal verde uniforme di certe specie al porpora con chiazze argento di altre. Le radici lunghe e carnose, sono numerose e ramificate, i fiori di dimensione variabile possono essere più o meno numerosi, distribuiti su steli più o meno ramificati. Presentano colorazioni variabili con la presenza, in alcune specie, di punteggiature e chiazze che creano contrasti di colore.

Concludiamo riportando le parole di un coltivatore statunitense che ben dimostrano la passione che queste piante riescono a scatenare: “Quando fu incastrato per la prima volta dalle orchidee, iniziai a comperare ogni genere di orchidee che vedevo: Cattleye, Phalaenopsis e Dendrobium, specie e ibridi; Oncidium danzanti e Stanhopee odorifere; persino Cymbidium e Miltonie, difficili da crescere e ancor più da far fiorire nel clima caldo e umido di Southaven, in Missisipi.

[/spb_text_block] [/spb_column] [spb_text_block pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”1/1″ el_position=”first last”]

Ma dopo qualche anno di sperimentazione con vari generi, gli ovvi vantaggi della coltivazione delle Phalaenopsis mi si delinearono chiaramente:

  1. I fiori delle Phalaenopsis durano molto più a lungo di quelli della maggior parte delle altre orchidee. Ho piante di Phalaenopsis che sono rimaste fiorite per tre anni e più, rifiorendo da nuove infiorescenze, da branche secondarie e dall’apice delle vecchie
  2. Le Phalaenopsis sono più fiorifere della maggior parte delle altre orchidee. Una delle mie prime [. ..] mise in mostra più di un centinaio di fiori rosa intenso su due ramificazioni; restò fiorita per più di sei mesi
  3. Le Phalaenopsis non “saltano fuori” dal vaso. In ragione alla loro crescita monopodiale, il rinvaso è necessario solo quando il mezzo di coltivazione si decompone o ovviamente quando sono diventate troppo grandi per il vaso
  4. Le Phalaenopsis sono molto facili da crescere. Amano quasi lo stesso clima degli uomini.
  5. Le Phalaenopsis crescono in fretta. […] Ho aspettato invece più di sette anni per la prima fioritura di una giovane piantina di Cattleya […]
  6. Gli ibridi di Phalaenopsis sono oggi disponibili in una vasta gamma di colori compresi magnifici rosa, bianchi, gialli, arancioni, e le sfumature di rosso. Ci sono colori per soddisfare ogni gusto
  7. I traguardi delle ibridazioni sono ancora numerosi. Sebbene grandi passi siano stati fatti negli ultimi anni, soprattutto nella creazione di ibridi rosa, bianchi, gialli a fiore grande, nessuno è ancora riuscito a produrre fiori verdi o rossi di taglia o sfumature simili
  8. Molte piante sono disponibili ad un prezzo ragionevole […]
  9. Infine, se voi vorrete recuperare parte del denaro che avevate investito in questo hobby o persino convertirlo in denaro contante, allora le Phalaenopsis sono le orchidee più facili da vendere. I potenziali acquirenti per una pianta così adatta alla casa sono ovunque!»

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Appartengono alla sottotribù delle Sarcanthinae e sono inserite nella sottofamiglia delle Vandoideae. In natura la loro distribuzione comprende un areale geografico piuttosto ampio che va dall’Asia (Filippine, India, Indonesia, Penisola Indocinese) all’Australia (Queensland). Le specie sono circa quaranta, tutte epifite e di dimensioni non grandi. Ciò che caratterizza il loro ambiente, e particolarmente quello dell’Indonesia, non è, come si potrebbe facilmente credere, un sole ardente ed una certa siccità al suolo. La maggior parte delle specie crescono abbarbicate a rami e tronchi sospesi lungo i corsi d’acqua, in ombra piuttosto fitta, dove l’umidità ambientale è piuttosto elevata. In queste condizioni le loro radici aeree si fissano ai tronchi ricoperti di muschi e licheni dove sono mantenute più umide. Sono quindi al riparo dai raggi solari, molto umide in un bagno di vapori che si rinnovano costantemente nella evaporazione, lungamente prolungata, di grandi masse d’acqua che si sono riunite sul suolo al seguito di piogge e di conseguenti inondazioni, o per la presenza di innumerevoli sorgenti. In queste località, la temperatura è sempre molto elevata, ma il sole non riesce mai a penetrare e l’aria ristagna quasi in perpetuo, vi si rinnova solo limitatamente e poiché sul suolo si accumulano grandi quantità di foglie cadute, queste mantengono l’umidità del substrato terroso; ed allora le radici di queste, che non sono mai ipogee, pescano nell’aria, in una atmosfera speciale estremamente umida e carica di queste continue e complesse emanazioni gassose. Crescono spesso anche nei pressi dei fiumi ed avviene allora che, entro una fascia di 30-40 m ai lati dei ruscelli, dei torrenti e dei più modesti corsi d’acqua, dove più stretto è il letto del corso e dove maggiormente le liane tropicali ingombrano il cammino, ivi siano più numerose. Inoltre in questo ambiente non esiste una netta stagione asciutta, ma le piogge si susseguono regolari lungo tutto il corso dell’anno, assicurando un periodico apporto di acqua / umidità.

[/spb_text_block] [spb_column width=”1/3″ el_position=”last”] [blank_spacer height=”90px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_single_image image=”6″ image_size=”full” frame=”noframe” intro_animation=”none” full_width=”no” lightbox=”yes” link_target=”_self” caption=”Phalaenopsis mariae” width=”1/1″ el_position=”first last”] [/spb_column] [/spb_row] [spb_row row_bg_type=”image” parallax_image_height=”content-height” parallax_image_movement=”fixed” parallax_image_speed=”0.5″ parallax_video_height=”window-height” parallax_video_overlay=”none” row_overlay_opacity=”0″ width=”1/1″ el_position=”first last”] [divider type=”go_to_top_icon1″ text=”Torna su” full_width=”no” el_class=”generalita” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_column width=”1/3″ el_position=”first”] [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_single_image image=”3027″ image_size=”full” frame=”noframe” intro_animation=”none” full_width=”no” lightbox=”yes” link_target=”_self” caption=”Phalaenopsis mini mark” width=”1/1″ el_position=”first last”] [/spb_column] [spb_column width=”2/3″ el_position=”last”] [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_text_block title=”Temperatura” pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”1/1″ el_position=”first last”]

La temperatura è forse la condizione più facile da realizzare in casa e la più dispendiosa da ottenere in serra. In casa infatti i nostri ambienti domestici offrono alle Phalaenopsis una condizione privilegiata. L’optimum delle Phalaenopsis infatti è compreso tra i 16-17 °C notturni e i 22-23 °C diurni in inverno ovvero le temperature delle nostre abitazioni. La minima notturna se risulta troppo alta, può essere ottenuta socchiudendo leggermente una finestra dell’ambiente in cui si trovano le piante.

Un discorso a parte merita la serra. Qui le condizioni climatiche esterne influenzano comunque la temperatura interna che a volte risulta seriamente difficile mantenere. Il rimedio allora è da ricercarsi nella ventilazione e nella diminuzione delle bagnature. Ventilazione e superfici asciutte permettono infatti alle piante di sopportare temperature anche di parecchi gradi inferiori l’optimum.

La temperatura è il fattore determinante l’induzione a fiore. Alcuni consigliano, per preparare correttamente le piante di Phalaenopsis alla fioritura, di sottoporle nel primo autunno ad un breve periodo di temperature più basse del solito, questo trattamento assicurerà con certezza la fioritura delle piante.

[/spb_text_block] [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_text_block title=”Luce” pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”1/1″ el_position=”first last”]

Nella cura delle Phalaenopsis, come del resto per le altre orchidee, sono fondamentali pochi parametri rispettando i quali il successo sarà assicurato, sia che coltiviamo in serra che in casa.

Le Phalaenopsis non sono piante esigenti in fatto di luce, e questo le rende atte alla coltivazione in interno. Tenendo conto che esse vivono all’ombra su alberi dalla chioma piuttosto fitta, il 30% della luce solare diretta può considerarsi adeguato per la loro coltivazione. In casa si possono ottenere queste condizioni esponendo le piante in direzione Sud o Est e filtrando la luce attraverso veli che impediscano alla luce diretta del sole di bruciare le foglie portandole a temperature critiche. Una esposizione a Nord o un livello troppo basso di illuminazione avranno invece come immediata conseguenza la mancata fioritura della vostra Phalaenopsis.

Ricordate però che la luce diretta del sole, tranne quella delle prime ore del mattino o del tardo pomeriggio, è dannosa per le Phalaenopsis e provoca sulle foglie vistose bruciature. In inverno invece, quando la luminosità è meno intensa e il sole compie un arco più basso, cercate di fornire alle piante quanta più luce possibile.

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Umidità

L’umidità è il parametro più difficile da controllare in casa. I nostri ambienti tendono in inverno ad essere un po’ troppo secchi. L’umidità invece in serra può essere facilmente creata con continue bagnature del suolo o attivando appositi dispositivi di umidificazione. In casa tutto ciò non è possibile a meno di litigare tutti i giorni con il gentil sesso o di trasformare la casa in un angolo di foresta pluviale. Si può tuttavia, in alternativa, ovviare a questo inconveniente con dei trucchi:

  • Si possono cioè collocare delle bacinelle contenenti dell’acqua e dell’agroperlite sotto i vasi delle piante facendo attenzione a non far salire il livello dell’acqua sopra quello del fondo del vaso, diversamente le radici, a contatto diretto con l’acqua stagnante, presto marcirebbero
  • Per ottenere un microambiente umido in casa è bene riunire tutte le piante vicine tra loro, in modo che possano vicendevolmente sfruttare gli effetti della traspirazione fogliare
  • Per aumentare l’umidità sarà bene spruzzare quotidianamente il fogliame, badando ad eseguire l’operazione preferibilmente al mattino, in modo che le piante siano perfettamente asciutte per la notte

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Le radici delle Phalaenopsis, che sono radici aeree ed in natura si trovano liberamente esposte all’aria, temono il ristagno dell’acqua e amano avere le loro radici umide, ma non bagnate. Il che si traduce nel bagnare almeno due volte alla settimana in estate e una in inverno. A questa regola generale si devono affiancare delle eccezioni. La prima riguarda la dimensione della pianta. Più una pianta è giovane e, quindi, posta in vasi di piccole dimensioni, più questa tenderà ad asciugare in fretta. Questo significa che le bagnature dovranno essere più frequenti. La seconda eccezione riguarda il mezzo di coltura e il supporto. Se infatti coltiviamo le nostre Phalaenopsis in un composto a base di bark piuttosto che d’osmunda dovremo intensificare le innaffiature; così se le piante sono montate su zattera o allevate in basket piuttosto che in vaso, anche qui le irrigazioni dovranno essere più frequenti.

Per sincerarvene potete prendere l’abitudine di soppesare il vaso: in breve imparerete a distinguere quando la vostra pianta avrà bisogno di nuova acqua. Quando innaffiate, fatelo sempre copiosamente, lasciando che l’acqua fuoriesca abbondantemente dal fondo del vaso.

[/spb_text_block] [blank_spacer height=”30px” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_text_block title=”Fertilizzazioni” pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”1/1″ el_position=”first last”]

Per la fertilizzazione ognuno pare abbia la propria ricetta. Il consiglio in generale è quello di fertilizzare durante ogni bagnatura. La percentuale sarà quella solita di un grammo per litro d’acqua. Il concime dovrà avere una formulazione bilanciata (20-20-20) per tutto l’anno. Per il periodo di crescita le piante allevate nel bark è consigliabile utilizzare un concime con un alto tenore di azoto (30-10-10).

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