Riassunto: Quando la passione per le nostre amate orchidee diventa ossessione e brama nascono miti e leggende. Federico Carotti racconta la storia della Cattleya purpurata ‘Werkhauseri’, pianta per lungo tempo custodita gelosamente dal suo scopritore.

Abstract: When the passion for our beloved orchids becomes obsession and craving, myths and legends arise. Federico Carotti tells the story of Cattleya purpurata ‘Werkhauseri’, a plant jealously guarded for a long time by its discoverer.

Mentre osservavo e fotografavo la mia Cattleya purpurata ‘Werkhauseri’ in fiore ho ricordato la storia che l’ha avvolta nel mistero per quarantacinque anni e ancora oggi per questa ragione viene ricordata come “il gioiello della strega”.
Nel 1904, il coltivatore di origine tedesca Karl Werkhäuser, durante una escursione nel comune di Osório, nello stato del Rio Grande do Sul, nell’area costiera del Brasile meridionale, trovò una pianta di orchidea non fiorita che portò nella sua serra. Dopo un anno di attenzioni la pianta di Cattleya fiorì e manifestò la sua straordinaria bellezza con dei grandi fiori, leggermente profumati, con sepali e petali laterali bianchi e il labello colorato di blu con riflessi violacei e venature grigie, una colorazione spettacolare e unica nel mondo delle Cattleya.
Karl era un uomo, burbero, schivo, riservato, isolato dal mondo degli orchidofili brasiliani; non permise a nessuno di vedere questa pianta e ne mantenne gelosamente il segreto fino alla sua morte avvenuta dieci anni dopo, nel 1914. La figlia, Frau Werkhäuser, forse rispettando le volontà del padre, custodì e nascose questa straordinaria orchidea al mondo degli appassionati coltivatori che erano convinti assertori dell’esistenza di questa bellissima pianta. Per questa ragione questo fiore venne definito il “gioiello della strega”.
Solamente dopo molti anni, nel 1949, quarantacinque anni dopo la sua scoperta, in seguito a una lunga ed estenuante trattativa un gruppo di collezionisti brasiliani (Dante Vagnotti, Walter Dreher, Walter da Costa Fontoura, Joaquim Coppio junior e Angelo Rinaldi) riuscì ad acquistare da Frau Werkhäuser, la “strega”, una divisione della pianta madre formata da cinque pseudobulbi. Il prezzo della divisione doveva rimanere segreto, ma indiscrezioni riportano che questo ammontava all’importo di una automobile nuova dell’epoca.
Dopo alcuni anni dall’acquisto della divisione, grazie al meticoloso lavoro di selezione del coltivatore Rolf Altenburg si resero disponibili alcune piante di Cattleya purpurata ‘Werkhauseri’ e da allora purpurata,  questa splendida orchidea è a disposizione del mondo degli appassionati orchidofili di tutto il mondo e ancora è conosciuta come “il gioiello della strega”.

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PER SAPERNE DI PIÙ
H. Gloeden, A Jóia da Bruxa, e outras histórias de orquídeas e orquidófilos, Não Consta, 1998;
L. C. Menezes, Laelia purpurata, a rahina. Laelia the queen, Brasilia, 2009.

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