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E’ quello che ho provato varcando l’ingresso dello Sheraton Hotel di Miami lo scorso 24 gennaio dove si è svolta la 19° edizione della Conferenza mondiale di orchidologia e la più grande mostra di orchidee per numero di espositori, circa un centinaio di ’’orchid vendor’’ e altrettanti di espositori detti ‘‘non orchid vendor’’. Anche questi ultimi però erano molto interessanti da visitare per poter constatare la quantità di prodotti in grado di ‘muovere’ l’indotto del mercato di queste piante!
Dai tessuti in seta ai fertilizzanti, dai supporti per la coltivazione in vari materiali e strutture in legno, dalla degustazione di vini dall’ abboccato esotico imbottigliati per l’occasione , alle ultime recensioni editoriali, all’ abbigliamento, ai dipinti, alle sculture e gioielli di diverse case orafe; inoltre profumi e fragranze esotiche ispirate alle orchidee, mini serre automatizzate da appartamento a partire da 500 $, fiori artificiali, posters, cartoline, arredamenti per la casa, database che ti permettono di reperire informazioni su specie ed ibridi registrati vecchi e nuovi, archivi della Royal Horticultural Society (RHS) e dell’ American Orchid Society (AOS). ecc. ecc..
Al piano terra era dislocata tutta l’esposizione floreale e gli stands commerciali degli espositori, mentre al primo piano erano collocati gli stands dei non orchid vendor, un bar, un self service, ampi spazi per sedersi e riposarsi e ampie sale per i workshop tenuti dai numerosi produttori professionisti che davano anche consigli su come coltivare.
Per tre giorni nelle sale conferenze si sono susseguite parallelamente numerose sessioni tenute da 72 esperti e studiosi di tutto il mondo su svariati temi relativi a scoperte, a nuove ibridazioni, a nuovi metodi di riproduzione, a studi sulla conservazione delle specie a rischio e anche altri argomenti di cui parlero’ nei prossimi numeri del bollettino, riferendovi estratti delle migliori conferenze alle quali ho partecipato.
La giuria internazionale, ha dovuto lavorare a ritmi serrati e senza soste per poter assegnare in tempo le oltre 91 coccarde dei premi designati per le diverse categorie. E’ stato un evento celebrativo molto sentito dagli americani, perché quest’anno hanno visto riportare nella loro terra, dopo 24 anni, l’organizzazione di questo prestigioso evento. (Per la cronaca sono gia state designate le prossime sedi del WOC, che si terrà nel 2011 a Singapore e nel 2014 in Sud Africa).
Ho notato l’assenza degli espositori europei, se si eccettuano l’associazione tedesca DOG e la RHS inglese: Costi e permessi fitosanitari sono sicuramente anche i motivi di queste mancate partecipazioni.
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precedente WOC a Digione aveva vinto molti premi, e tra le file americane le assenze eccellenti di Orchid Limited di Jerry Fischer e anche Orchid Zone di Terry Roots. Molti sono stati i premi vinti da Frank Smith, compreso il titolo di Grand Chanpion (Best in Show). Durante la manifestazione ho felicemente rivisto visitatori conosciuti in occasione della Mostra svoltasi a Digione nel 2005 arrivati qui dall’Australia, dalla Malesia, dalla Tailandia, da Costa Rica, e dal Brasile tutti mossi esclusivamente da questa unica grande passione che ci accomuna.
Il clima che si percepiva era disteso, nelle tre sale che ospitavano le tre sessioni di conferenze, si ascoltavano piacevoli letture, si condividevano nuove scoperte e la passione per la coltivazione delle orchidee. Le discussioni trattate nelle tre sale erano suddivise nei vari argomenti per poter coinvolgere e catturare i diversi interessi di ricercatori e di esperti coltivatori, hobbisti, tecnici, amanti della conservazione e della natura ed anche di auditori occasionali. Tutte queste cose belle mi hanno fatto anche dimenticare le tre ore di sofferente attesa passate in piedi alla barriera dell’immigrazione. Infatti per ragioni di sicurezza, ad ogni persona venivano poste domande, venivano controllati meticolosamente i documenti, venivano prese impronte digitali, foto dell’occhio….. e si doveva sottostare anche ad altre formalita’.
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Arrivato poi all’ingresso della mostra, nella hall dello Sheraton, davanti allo spettacolo che mi si è presentato l’entusiasmo mi ha ripreso completamente: di fronte all’ingresso era stata allestita un’isola composta da un tappeto di orchidee con al centro un gruppo di fenicotteri rosa, detti Flamingo, ed anche questi sembravano a proprio agio in mezzo a tanti fiori.
La mostra ospitava aziende commerciali e associazioni provenienti da più di 80 paesi, ed anche tanti singoli hobbisti, che hanno saputo contribuire con il loro talento e dedizione alle spettacolari scenografie che si potevano ammirare. La macchina organizzatrice americana non ha lasciato nulla al caso: Ad ogni angolo erano appostati numerosi volontari, riconoscibili dalle divise, dotati di trasmittenti, preposti al controllo e alla sorveglianza; ogni fatto anomalo era subito segnalato alla centrale operativa. Ha ricevuto molti apprezzamenti la strategica collocazione all’interno del padiglione dello stand del corpo forestale, che in meno di mezz’ora era in grado di rilasciare CITES e Certificati fitosanitari e, a lato, uno stand della Federal Express, dove un centro di spedizioni si prendeva cura di tutte le piante che i clienti volevano fare recapitare.
Dovevate vedere le persone che facevano la coda coi carrelli della spesa per spedire le proprie piante, tutte rigorosamente imballate. Le Poste Americane per l’occasione hanno realizzato una serie di annulli postali su 5 soggetti diversi di cartolina postale, che faremo vedere alla prossima mostra di Malpensa fiere. Oltre alle piante premiate sono stati istituiti altri generi di concorsi, anche stravaganti, tra i quali ricordo: un concorso d’arte, uno fotografico, uno di ikebana, uno di composizioni floreali, ed uno di arte decorativa per addobbare torte con orchidee.
Frank Smith, oltre ad aver vinto il premio più prestigioso di Grand Champion con una magnifica composizione di esemplari di Paphiopedilum Michael Koopowitz Krull-Smith AM/AOS, è stato anche il coltivatore piu premiato, per numero di riconoscimenti ricevuti.
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Frank è uno dei più famosi coltivatori americani, e le onorificenze ricevute testimoniano l’elevato livello di qualità raggiunto nel suo operare. Passione, entusiasmo e dedizione hanno portato al successo questo hobbista che negli anni settanta decise di trasferirsi in Florida e a costruire una nursery divenuta prestigiosa negli Stati Uniti per il grado di qualità ottenuto nelle sue ibridazioni. Il raggiungimento di questi traguardi è anche frutto di anni di studio e ricerca, per apprendere e applicare i parametri di giudizio standard, anche quando si debba giudicare un fiore nelle sue componenti principali (forme, colori ecc…). Smith ha visitato anche le migliori aziende del settore imparando le tecniche per ottenere i migliori risultati nella sue coltivazioni.
Trovo che una delle principali doti dei coltivatori americani sia la loro ampia disponibilità a dare spiegazioni, consigli e suggerimenti a tutti.
Comunque si deve riconoscere che in fatto di scenografia il WOC svoltosi a Digione 3 anni fa, risultava essere un pochino piu spettacolare, ma si deve anche dire che gli americani, dal punto di vista organizzativo, sono stati davvero assolutamente eccezionali!!
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