Intervista di Francesca Castiglione
Da ORCHIS Numero 2, Anno 2022, pp.74-76
Come si è verificato il tuo primo incontro con le orchidee? E come ti sei appassionato?
Ho un ricordo della mia infanzia, che risale a metà anni ‘80. Vivevo in un quartiere periferico di Bolzano. Per un’occasione speciale mio padre aveva deciso di regalare a mia mamma un’orchidea. Il fiorista vicino a casa ne aveva alcune, delle Phalaenopsis bianche, bellissime, ma che vendeva a prezzi per noi proibitivi. Ricordo queste radici argentate con la punta verde che cercavano di scappare dal vaso. Queste piante sembravano una scultura, un’opera d’arte. Non sembravano né vive né morte, immutabili nel loro splendore, come gli angeli. La vera passione è nata però quando ho visto per la prima volta, solo qualche anno dopo, il primo ibrido di Vanda coerulea. Questa pianta addirittura non stava neanche in un vaso, ma mostrava orgogliosamente le sue radici all’aria dentro un cilindro di vetro! Ma se allora le Phalaenopsis avevano un costo proibitivo, con le Vanda andava ancora peggio! Però questi fiori, con texture a rete blu su sfondo bianco, erano unici, per me quasi commoventi, con tutte queste radici aeree queste piante sembravano provenire da un altro pianeta.
Da quanti anni?
La prima Vanda coerulea ibrida che ho avuto risale al 2008, ed è ancora oggi in serra anche se ha perso quasi tutte le foglie basali e fiorisce con difficoltà. L’ho presa fortemente scontata in un garden, sfiorita, e l’anno seguente mi ha ringraziato con una cascata di fiori, nonostante le mie cure da principiante. Qualche anno prima avevo cominciato con altri ibridi da garden, come il Dendrobium Berry ‘Oda’, le varie “Cambria”, Miltoniopsis, gli attuali ex Odontoglossum e Cymbidium, che sopravvivevano all’inverno di Como nella mia “serra” improvvisata che altro non era che un tunnel da orto protetto da uno strato aggiuntivo di pluriball.
Quante piante hai?
Al momento ho poco più di 100 specie nella serra, in cui tengo condizioni intermedie, una decina di orchidee da giardino e in casa l’immancabile Phalaenopsis Sweet Memory ‘Liodoro’. Amo tantissimo il colore dei suoi fiori e il suo profumo complesso e agrumato; anche se ormai è quasi considerato un ibridone da supermercato, per me rimane ancora una pianta affascinante.
Quali piante costituiscono il cuore della tua collezione?
Ho una trentina di Vanda tra specie e ibridi.
Attualmente quale preferisci (genere, miniature, profumate, provenienza, ecc.)?
Continuo ad avere una passione particolare per le Vanda, soprattutto per le specie montanare. Mi piacciono poi tutte le specie (e gli ibridi) profumati, anche di altri generi. Sono sempre alla ricerca della Vanda coerulea dal colore perfetto, probabilmente sto seguendo il mio ricordo di bambino che ha idealizzato il suo primo incontro con questo fiore; quindi, la mia è destinata ad essere una ricerca senza fine.
Come coltivi? Casa, serra o orchidario? Coltivo soprattutto in serra. Ho una serretta addossata di dimensioni contenute, 2,20 x 1,50 m in policarbonato alveolare e alluminio, che ho allestito sul terrazzo.
Usi l’illuminazione artificiale? Se sì, di che tipo? Ne sei soddisfatto?
La uso in serra, senza troppa convinzione, mi è utile per poter ammirare le orchidee quando torno a casa la sera dal lavoro e come integrazione per le giornate nuvolose, soprattutto invernali. Uso faretti LED full spectrum. Non credo però che abbiano un ruolo significativo per le fioriture. Indispensabili invece in casa: la Liodoro’, coltivata in penombra su un danzale, non ha rifiorito per due anni fino a quando non le ho messo un faretto da 30 W solo per lei: dopo poche settimane ha riattivato un vecchio stelo con diversi boccioli.
Solitamente gli appassionati trovano soluzioni a volte geniali per risolvere i vari problemi di coltivazione casalinga. Hai qualche idea da segnalare?
Sono molto orgoglioso di aver realizzato nella mia serra un impianto completamente automatico e controllabile a distanza, con webcam, luci azionate da fotocellula, ventilatori, irrigazione a spruzzo che si attiva solo al di sopra di una certa temperatura, riscaldamento ad aria che viene riciclata dal foro di aerazione del mio appartamento, vasca con gambusie anti zanzara, generatore di ozono per tenere sotto controllo muffe e batteri, umidificatore a ultrasuoni attivato da umidostato e collocato in una vasca nella quale il livello dell’acqua viene mantenuto costante da un galleggiante. Questo mi permette di coltivare un gran numero di orchidee anche se, per lavoro, sono spesso costretto a lunghe assenze. Intervengo manualmente solo per concimare e per eventuali trattamenti.
Quali errori?
Ho creduto a lungo che le orchidee potessero fiorire e prosperare anche senza un adeguato piano di concimazione. Epifite sì, ma non vivono solo di aria…
Il tuo sogno nel cassetto?
Andare a vedere le orchidee di foresta tropicale montana nel loro habitat, sogno in particolare l’Asia.
La coltivazione e la passione per le orchidee ha influito sul rapporto con te stesso e con chi ti sta vicino? Se sì, in che modo?
Direi che ha influito molto, se per mia figlia ho scelto il nome di Lelia! con l’appoggio entusiasta di mia moglie, si intende…