INTERVISTA di Francesca Castiglione
Da ORCHIS Numero 1 Anno 2022, pp.94-96
Come si è verificato il tuo primo incontro con le orchidee? E come ti sei appassionato?
Il mio approccio con le orchidee è stato graduale. Come molti di noi, la prima orchidea è stata un ibrido commerciale di Phalaenopsis. Dopo essere sfiorita è rimasta lì, senza mettere più fiori, così è stata trasferita a casa di mia suocera (dove, ovviamente, ha ripreso a fiorire puntualmente). A questo punto il capitolo orchidee sembrava chiuso, finché non mi sono trasferito in una casa con più spazio, che ho cominciato a riempire di piante. Cercando su YouTube dei video per approfondire la coltivazione, sono “inciampato” nei video dell’Orchideria di Morosolo, decidendo di riprovare a coltivare orchidee. Ho comprato un ibrido di Phalenopsis, in vendita a pochi euro, che ho curato, illuminato e fertilizzato, tentando di rispettare al meglio le tre P e le tre T del Pozzi. In questo modo sono riuscito a farla rifiorire e adesso, una o due volte l’anno, mi premia con i suoi fiori viola. E da qui il percorso è stato tutto in discesa.
Da quanti anni?
Mi sono avvicinato da poco al mondo delle orchidee, ho iniziato nel 2019.
Quante piante hai?
Ho circa una trentina di piante.
Quali piante costituiscono il cuore della tua collezione?
La mia collezione è ancora in divenire ed è piuttosto variegata. Per adesso il genere maggiormente rappresentato è l’Oncidium.
Usi l’illuminazione artificiale? Se sì, di che tipo? Ne sei soddisfatto?
La casa dove abito è piuttosto buia durante l’inverno, per le orchidee che necessitano di tanta luce, come le Cattleya, ho dovuto integrare. Nell’orchidario ho inserito due luci led di cui sono piuttosto soddisfatto. Sono due led da esterno da 2000 lumen e 6500 kelvin che mi hanno permesso di veder sbocciare la mia Cattleya e la Gomesa croesus.
Solitamente gli appassionati trovano soluzioni a volte geniali per risolvere i vari problemi di coltivazione casalinga. Hai qualche idea da segnalare?
Non ho soluzioni particolari da segnalare. Una cosa che mi ha aiutato molto è il monitorare temperatura e umidità nei vari ambienti della casa in cui coltivo.
Attualmente quale preferisci (genere, miniature, profumate, provenienza, ecc.)? Dopo un accurato monitoraggio del microclima del mio balcone, mi sto spostando verso i generi da serra fredda, un pò più rustici, che resistono a temperature vicino agli zero gradi come i Dendrobium nobile o Dendrobium kingianum.
Come coltivi? Casa, serra o orchidario? Coltivo un po’ in ogni luogo luminoso presente in casa. Ho un orchidario autocostruito, orchidee sui davanzali ed anche sul balcone.
Quali errori?
Gli errori più grandi sono stati gli acquisti impulsivi, prendendo piante che non si adattano alle condizioni che possiamo fornirgli. Ho una Miltonia praticamente fossilizzata che probabilmente ha patito il troppo caldo delle estati padane.
Il tuo sogno nel cassetto?
Il mio sogno nel cassetto è comune a molti coltivatori: la serra!
La coltivazione e la passione per le orchidee ha influito sul rapporto con te stesso e con chi ti sta vicino? Se sì, in che modo?
Questa passione mi ha aiutato a coltivare la pazienza e l’attesa, un po’ in controtendenza all’idea di “tutto e subito” che permea parte della nostra società. E poi, se non avessi coltivato orchidee, non avrei incontrato ALAO e tutti i soci con cui condivido questa passione.