Come si è verificato il tuo primo incontro con le orchidee? Come ti sei appassionato? Da quanti anni?
Le prime orchidee sono entrate nella nostra casa come regalo per mia madre; io, all’epoca sedicenne, mi interessavo già da anni alle piante, ma ero attratto da sempre maggiormente dalle monocotiledoni, di cui le orchidee fanno parte. La passione è nata quando, a quei tempi, sentii spesso dire: “tanto poi non rifiriranno più”; al che, da studente dell’Istituto Tecnico Agrario, mi dissi “Non è possibile: tutte le piante superiori -poliennali- rifioriscono prima o poi!”; ed essendo da poco abbonato ad una rivista di giardinaggio appena uscita, mi imbattei negli articoli (che conservo tuttora) di un allora giovane appassionato, Franco Pupulin… da lì fu un crescendo di interesse, che dura fino ad oggi.
Da quanti anni? Quante piante hai?
Sono 37 anni. Non saprei: ho smesso di contarle da almeno una ventina d’anni, ma credo intorno al migliaio, forse un po’ di più.
Quali piante costituiscono il cuore della tua collezione? Attualmente quali preferisci? (genere, miniature, profumate, provenienza ecc.)
Le Laelinae, le Cattleye in particolare costituiscono il cuore della mia collezione. Da quasi trent’anni e probabilmente per sempre, le ex Laelie rupicole (ora Cattleya, anche se alcuni preferiscono Hoffmannseggella), ma anche le Tolumnia, Barkeria, Brassavola… poi anche le terricole di climi temperati, sopratutto quelle a ciclo vegetativo invernale, e tante altre!
Come coltivi? (casa, serra, orchidario)
In casa, in serra, in orchidario, all’aperto… ovunque ci sia uno spazio idoneo ed esiste un’orchidea che ci può stare; e, se lo spazio non è idoneo, lo si adatta!
Usi l’illuminazione artificiale? Se si di che tipo? Ne sei soddisfatto?
In passato ho usato tubi fluorescenti (neon) per la coltivazione domestica e ne sono stato abbastanza soddisfatto; ma ora, solamente per l’orchidario destinato alle piante da fresco-freddo (Masdevallia, Dendrobium di altitudine, ex Sophronitis), uso lampadine a led specifiche per coltivazione associate a lampadine led a luce fredda; sono abbastanza contento dei risultati, anche se credo si possa migliorare ancora.
Solitamente gli appassionati trovano soluzioni a volte geniali per risolvere i vari problemi di coltivazione casalinga. Hai qualche idea da segnalare?
Una “mia” idea (in realtà vista in giro e rielaborata) è stata quella di fabbricare cestini di rete a sviluppo verticale, riempiti poi di bark e a cui attaccare esternamente le piante: non credo di aver inventato nulla di nuovo, ma so che è stata citata col mio nome in alcuni articoli apparsi anni fa in bollettini di associazioni (o riviste per appassionati, non ricordo) in Gran Bretagna ed Olanda, forse anche in Sudafrica. Qualche tempo fa, però, mi sono imbattuto nella notizia che anche nell’area della baia di Sidney vi sono orchidofili che usano questa tecnica; onestamente non credo di averli ispirati io!
Quali errori?
Di errori miei ne potrei raccontare a decine, ma quello che forse è il più “grave” e comune a quasi tutti gli orchidofili, in almeno una fase della passione, è l’aver preso piante di cui poco sapevo in termini di esigenze basandomi solo sul loro aspetto, con gli ovvi risultati: morti per incapacità nel dare loro le giuste condizioni. Ora, dopo qualche anno, un po’ di esperienza, la lettura di alcuni libri (sempre troppo pochi) e ricerche internet, qualche viaggio per osservarle in natura) e molte chiacchiere con altri coltivatori più esperti, cerco di acquistare solo piante che “conosco”, il che ha abbassato di parecchio la mortalità ed aumentato le soddisfazioni.
E i tuoi sogni nel cassetto?
Preferisco chiamarli obbiettivi: conoscere sempre un po’ di più su queste piante e coltivarle meglio; una serra nuova; registrare qualche ibrido; viaggiare ancora per vedere le piante in natura, magari anche in posti dove non sono stato, tutte cose che, probabilmente, si realizzeranno abbastanza a breve (a parte la prima: non si finisce mai di imparare); poi ce ne sono altri da raggiungere dopo questi; un passo alla volta, vedremo dove riuscirò ad arrivare! Ci sono anche i sogni, ma quelli rimarranno tali perchè non dipendono solo da me, quindi inutile esporli: ma, se qualcuno vorrà, a quattr’occhi…
La coltivazione e quindi la passione per le orchidee ha influito sul rapporto con te stesso e con chi ti sta vicino, Se si in che modo?
Mah, difficile rispondere: la gran parte degli amici che ho, alcuni carissimi, sono orchidofili a vario titolo; ho conosciuto la mia compagna grazie alle orchidee; perfino il mio migliore amico, che non coltiva nulla ma abita ai tropici, l’ho coinvolto, visto che su mie indicazioni da un decennio mi procura libri e pubblicazioni (e me li regala immancabilmente quando torna in Italia!). Per quanto riguarda il rapporto con me stesso: ancora mah, ho a che fare con le piante, per studio, mestiere o anche solo per passione, credo da quando avevo 8 anni, forse da prima…