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Riassunto: Reportage della gita organizzata dall’Associazione Lombarda Amatori Orchidee presso l’Ecomuseo Terra del Castelmagno il 17 e 18 luglio 2021. I nostri amici ci raccontano delle orchidee spontanee che hanno avuto la fortuna di osservare, del folklore della Terra del Castelmagno e… dei piaceri del palato.
Abstract: Reportage about the field trip organized by the Associazione Lombarda Amatori Orchidee to the Ecomuseo Terra del Castelmagno on 17 and 18 July 2021. Our friends tell us about the wild orchids they had the chance to observe, the folklore of the Terra del Castelmagno and… the pleasures of the palate.
Vi ricordate il webinar sulle orchidee della Provincia Granda, trascritto nel numero precedente di ORCHIS? Il terzo weekend di luglio abbiamo partecipato alla gita in valle Grana organizzata in maniera impeccabile dall’Ecomuseo Terra del Castelmagno e studiata appositamente per noi. La valle Grana ha dimensioni contenute, è situata tra le Alpi Cozie e le Alpi Marittime, ma è ricca di prodotti tipici e custode della cultura occitano-provenzale.
Il sabato mattina siamo stati immediatamente presi per la gola: abbiamo visitato un caseificio produttore del famoso formaggio Castelmagno DOP, visitando prima le sale di stagionatura, dove siamo stati catturati da profumi indescrivibili e successivamente invitati alla vera e propria degustazione, che ha deliziato i nostri palati.
Nel pomeriggio abbiamo visitato la frazione San Pietro, dove si trova la sede dell’Ecomuseo Terra del Castelmagno. Siamo stati immersi nella cultura occitana e nella vita dell’epoca nella valle attraverso i babaciu,
personaggi realizzati con una struttura interna di legno e fieno, vestiti con abiti originali storici. Nati nel 2003, dall’idea di Graziella Menardo, i babaciu oggi sono un centinaio e hanno colonizzato tutta la frazione: si trovano nelle case, sui balconi, nelle stalle e nei portici, tutti i luoghi che possono offrire loro riparo dalle intemperie. Grazie a un bastone magico, i babaciu prendono voce e ci raccontano la vita nella valle.
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Dopo una prelibata cena tipica, dove non potevano mancare i famosi gnocchi al Castelmagno, siamo stati ospitati alla prima presentazione dal vivo del libro Le orchidee spontanee della Provincia Granda, fatta direttamente dai due autori. Non preoccupatevi, non è stato possibile annoiarsi: Renato Lombardo e Fernando Morelli hanno presentato nuovi video e le nuove scoperte di questa primavera; sono riusciti a stupirci nuovamente! Ovviamente abbiamo colto l’occasione per farci autografare le copie del libro.
Purtroppo il periodo d’oro delle orchidee sta iniziando a declinare. Negli anni Cianquanta, con l’abbandono delle coltivazioni in Alta Langa, le orchidee hanno trovato i terrazzamenti spogli e senza vegetazione invasiva, e per questa ragione sono letteralmente esplose. Pian piano, ora, questi coltivi vengono riadattati a vigneto, utilizzati per la coltivazione delle erbe officinali, sottoposti al pascolamento intensivo oppure si stanno rinselvando (la boscaglia si sta espandendo), per cui non c’è più spazio per le orchidee. A causa di tutto questo molte specie in Piemonte sono sparite, ma se ne stanno trovando molte altre a causa del cambiamento climatico.
Proprio a causa di questo, domenica abbiamo subito un cambio di programma. Tutti gli anni, a metà luglio, ci sono abbondanti fioriture di orchidee in un sito della valle Grana, un vero spettacolo della natura, ma quest’anno purtroppo per la prima volta dopo quindici anni le orchidee qui sono rare e sfiorite. Per questo motivo è stato deciso di spostarci nell’adiacente valle Maira, anche questa molto ricca di orchidee.
La passeggiata di domenica era capitanata proprio da Fernando e Renato. Immersi nella valle Maira, con una vista mozzafiato, abbiamo potuto osservare molte specie.
L’Anacamptis coriophora var. coriophora è chiamata così a causa del suo cattivo odore che è uno dei pochi fattori che la distingue dalla var. fragrans, che ha un profumo delizioso. Nei giorni precedenti alla gita è stata scoperta una popolazione molto numerosa di questa specie a Elva, in valle Maira, a un’altitudine compresa tra i 1800 e i 2000 metri, ritrovamento eccezionale dato che in letteratura il limite altitudinale in Europa per questa specie è di 1500 metri. Questo è un altro segno molto forte che il clima sta cambiando.
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NOTA
In questo articolo non si utilizza la classificazione della World Checklist of Selected Plant Families (WCSP) dei
Kew Gardens, cui ci atteniamo su ORCHIS; Fernando Morelli e Renato Lombardi hanno scelto di utilizzare la nomenclatura già usata nel libro Le orchidee spontanee della Provincia Granda.
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In una pineta quasi fiabesca era presente una colonia davvero notevole di Dactylorhiza maculata var. fuchsii, riconoscibile dal fusto non comprimibile, con foglie maculate di cui la prima, basale, è leggermente arrotondata.
Questa specie si trova fino a 2000 metri di altitudine.
Procedendo lungo il sentiero, abbiamo incontrato numerosissime Anacamptis pyramidalis e Gymnadenia conopsea. L’Anacamptis pyramidalis è una specie poco variabile con colori che vanno dal bianco, al rosa e al viola. È una pianta slanciata con una densa infiorescenza a forma piramidale che raccoglie numerosi fiori.
La Gymnadenia conopsea ha fiori rosa profumati, può arrivare a 99 cm di altezza. È una specie molto comune. Abbiamo potuto apprezzare anche qualche esemplare della varietà densiflora, che ha un portamento più robusto e l’infiorescenza multiflora.
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Tra i molti esemplari in fiore era presente anche la varietà apocromica dal colore bianco candido; la pianta ha mantenuto la clorofilla, ma ha perso il pigmento che dà colore
al fiore.
Ci siamo imbattuti in un esemplare di Epipactis atrorubens con il primo fiore rosso aperto, specie molto comune, dove lo stelo può arrivare a un’altezza di 80 cm. L’epichilo del labello presenta due caratteristiche
increspature basali molto evidenti.
Alcune Neotinea ustulata di piccole dimensioni avevano numerosi fiori dal labello bianco punteggiato di porpora, che crea un bel contrasto.
Meno appariscente è la Listera ovata, ha 2 o 3 foglie basali ovate e numerosi piccoli fiori verde-giallognoli con il labello bilobato.
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Molto bello era l’esemplare di Platanthera chlorantha dai fiori di color bianco-verdastro con un lungo sperone dall’estremità spessa, portati da uno stelo scanalato.
La giornata si è conclusa con la visita della frazione Serre del comune di Elva, della chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, costruita a metà del XIV secolo al cui interno si possono ammirare affreschi ben conservati in stile tardo gotico di Hans Clemer. Molto interessante anche il museo dedicato ai caviè: molti abitanti del comune di Elva, fino alla metà del secolo scorso, si dedicavano alla raccolta e alla lavorazione dei capelli femminili per la realizzazione delle parrucche, una delle più singolari, prestigiose ed esclusive attività commerciali che li rese famosi in tutta Europa.
Diffondere la conoscenza delle orchidee spontanee italiane può sembrare apparentemente uno svantaggio per la loro stessa sopravvivenza: ci potranno essere più persone che le cercheranno e che le raccoglieranno.
La sensibilizzazione in realtà è molto importante, perché più persone conosceranno la loro bellezza, la loro importanza e vulnerabilità, più persone le proteggeranno.
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PER SAPERNE DI PIÙ
Fernando Morelli, Renato Lombardo, Le orchidee spontanee della Provincia Granda, Edizioni La Cevitou – Ecomuseo Terra del Castelmagno, 2020.
I proventi della vendita di questo libro saranno tutti destinati in beneficienza, in parte alla struttura assistenziale Casa Vittoria di S. Pietro di Monterosso Grana, che ospita le persone anziane o in difficoltà della Valle Grana, e in parte all’associazione Il Fiore della Vita OdV, che opera a sostegno dei reparti di Pediatria e Oncoematologia pediatricadell’Ospedale di Savigliano e offre supporto alle famiglie dei bambini ricoverati.
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