Marco Toffoletti di Piante Pazze

INTERVISTA di Francesca Castiglione

Da ORCHIS, Numero 4, Anno 2021, pp. 96-100

Intervista Marco Toffoletti Foto1 ORCHIS 4 2021 pp.96-100

Come si è verificato il tuo primo incontro con le orchidee? E come ti sei appassionato?
La prima volta che presi in mano un vaso di orchidee fu alcuni anni fa, ed era il giorno precedente alla Festa della donna: volevo fare un regalo a mia moglie e mi recai in un Garden per comprare un fiore, ma non volevo la solita mimosa. Passando accanto al banco delle orchidee vidi una distesa di Oncidesa Goldiana, coi loro appariscenti fiori gialli. Non ebbi esitazione e comprai un vaso. L’orchidea destò maggiore interesse a me che a mia moglie e così mi informai sul metodo di coltivazione per riuscire a farla rifiorire l’anno seguente… di lì a poco gli esemplari aumentarono e la rifioritura dell’anno successivo fece scatenare la passione.

Da quanti anni?

Era il 7 marzo del 2006, sono passati più di 15 anni di convivenza con le orchidee.

 Quale preferisci (genere, miniature, profumate, provenienza, ecc.)?

 Una preferenza assoluta dal punto di vista estetico non ce l’ho, ho una predilezione per il genere Calanthe in quanto bello e generoso, ho un debole per le orchidee particolari e per le miniature (adoro le Lepanthes anche se non le coltivo), ma nel cuore ho la Pecteilis radiata (anche se ho iniziato a coltivarla come Habenaria radiata) che è stata l’orchidea che mi ha spinto su questa strada… ma questa è una storia lunga 

Pecteilis radiata ORCHIS 4 2021 p.96

Come mai hai preso la decisione di aprire la tua azienda proprio in piena pandemia?
Il perché non l’ho capito nemmeno io, so solo che è stata una pazzia e anche per questo l’ho chiamata Piante Pazze. Diciamo che è stata una combinazione di eventi e il fatto di interrompere il mio lavoro di geometra, a causa del lockdown del 2020, per un paio di mesi, per poi riprenderlo lentamente, ha fatto sì che quello che facevo come hobbista si sviluppasse in maniera esponenziale.

Cypripedium kentuckiens Intervista Marco Toffoletti ORCHIS 4 2021 p.97

Perchè hai scelto di dedicare l’azienda alle orchidee rustiche?
Non ho mai coltivato con l’idea di diventare un venditore di orchidee e se me l’avessero detto 5 anni fa non ci avrei creduto. Sono state le orchidee che mi hanno spinto, dopo alcuni anni ho capito che la mia casa non era adatta alla coltivazione delle orchidee tropicali mentre assistevo ai successi con le orchidee da clima temperato, coltivate all’esterno. A un certo punto mi ritrovai con tre grandi ciotole stracolme di Pecteilis radiata, centinaia di esemplari. In quel periodo partecipavo ai mercatini di beneficenza per aiutare economicamente un asilo privato, esponendo i lavoretti di bambini, genitori e maestri. Un giorno andammo al mercatino della Festa delle Orchidee di Osoppo (paese della provincia di Udine ricco di orchidee spontanee), decisi di portare le mie orchidee da esterno in eccesso e quel giorno iniziò il tutto.

Intervista Marco Toffoletti Cypripedium Ventricosum Red ORCHIS 4 2021 p.98

Come coltivi? Casa, serra o orchidario?
Le orchidee della mia azienda vengono coltivate nel cortile della mia abitazione. Ho due serre piccole e una serra media per le orchidee in semina o in crescita e per le specie più delicate, mentre le altre sono all’esterno. Attualmente sto cercando di ampliare anche la coltivazione di un maggior numero di specie in piena terra perché si moltiplicano più velocemente.

Solitamente gli appassionati trovano soluzioni a volte geniali per risolvere i vari problemi di coltivazione casalinga. Hai qualche idea da segnalare?
Sicuramente per la coltivazione casalinga delle orchidee tropicali ci sono molte persone più esperte e tecnologiche di me, io ho sempre usato dei sottovasi con argilla espansa per aumentare l’umidità delle orchidee posizionate sopra.

Quali errori?
Credo che l’errore più comune nella coltivazione delle orchidee tropicali sia pensare che siano piante che generalmente hanno un elevato fabbisogno d’acqua. Riguardo alle orchidee rustiche credo che l’errore più comune sia pensare che siano piante delicate, ad esempio proprio la Pecteilis radiata: ovunque leggessi era considerata orchidea che temeva il gelo, negli anni ho verificato che non è affatto vero, facendole superare senza problemi minime di dieci gradi sotto lo zero.

Il tuo sogno nel cassetto?
Il mio sogno nel cassetto è riuscire ad affermarmi come venditore di orchidee da esterno, non come “fabbrica” di orchidee ma più come “bottega”, magari anche collaborando con Enti e Associazioni per la tutela o la reintroduzione delle stesse nei luoghi di origine.

Intervista Marco Toffoletti Foto con Pleione humilis × Glacier Peak ORCHIS 4 2021 p.98
Intervista Marco Toffoletti Epipactis gigantea ORCHIS 4 2021 p.98

La coltivazione e la passione per le orchidee ha influito sul rapporto con te stesso e con chi ti sta vicino? Se sì, in che modo?
La mia passione per le orchidee non ha mai influito sul rapporto con chi mi sta vicino, sono riuscito a essere abbastanza discreto finora, senza invadere troppo gli spazi interni della casa… all’esterno ora è un’altra storia, sono meno discreto, ma è più tollerabile. A livello personale la coltivazione e la passione per le orchidee mi ha sempre dato la possibilità di vivere maggiormente la natura, che amo, e che vivo anche coltivando altre piante in giardino, o facendo l’orto, oppure osservandole e fotografandole durante le escursioni. Ora la creazione di questa azienda mi dà la possibilità di lavorare con la mia passione, all’aperto e nella natura e questo è per me bellissimo. Spero quindi di riuscire a trovare e mantenere il giusto equilibrio per poter continuare a dedicarmi a queste splendide piante.

Intervista Marco Toffoletti Bletilla Salmon Pink ORCHIS 4 2021 p.100
Intervista Marco Toffoletti Pleione grandiflora ORCHIS 4 2021 p.100