Paphiopedilum Alfredo Riboni

SCHEDA Ibridi di Francesca Castiglione

Da  ORCHIS Numero 1 2024 pp. 32-34

Alfredo Riboni con Paphiopedilum Alfredo Riboni Foto di Francesca Castiglione e coltivzione di Gioele Porrini Orchis n 1 2024

PARENTELA

Il Paphiopedilum Alfredo Riboni nasce dalla combinazione del Paphiopedilum Booth’s Stone-Lady con il Paphiopedilum lowii. A sua volta il Paphiopedilum Booth’s Stone-Lady è dato dall’incrocio del Paphiopedilum Lady Isabel con il Paphiopedilum stonei; il Paphiopedilum Lady Isabel è dato dall’incrocio tra il Paphiopedilum rothschildianum con il Paphiopedilum stonei. Quindi i genitori ancestrali del Paphiopedilum Alfredo Riboni sono: 50% Paphiopedilum lowii, 37,5% Paphiopedilum stonei e 12,5% Paphiopedilum rothschildianum. Il Paphiopedilum Booth’s Stone-Lady ha il fiore molto simile al Paphiopedilum Lady Isabel, dove sono state ulteriormente accentuate le caratteristiche del Paphiopedilum stonei. Il Paphiopedilum Lady Isabel è un ibrido primario dal fiore maestoso, ha ereditato il sepalo dorsale e il sinsepalo ampi, piatti e dal color bianco gesso dal Paphiopedilum stonei, ed anche la caratteristica inclinazione del sepalo dorsale sul labello. I petali laterali sono tenuti a forma di U rovesciata con le porzioni distali attorcigliate asimmetricamente, con macchie brune dipinte su uno sfondo giallo avorio, anche questa caratteristica ereditata dal Paphiopedilum stonei. Il Paphiopedilum Booth’s Stone-Lady ha ereditato dal Paphiopedilum rothschildianum le classiche striature che vengono messe ulteriormente in risalto dato il forte contrasto con la base color bianco gesso, ma le righe hanno una spaziatura più ampia rispetto al Paphiopedilum rothschildianum, caratteristica trasmessa dal Paphiopedilum stonei. Il Paphiopedilum Alfredo Riboni ha ereditato le caratteristiche principali dal Paphiopedilum lowii, soprattutto nella colorazione vivace. Il labello è intermedio ai due genitori. Il sepalo dorsale è più ampio e piatto, portato inclinato sul labello, caratteristiche ereditate dal Paphiopedilum stonei, ma ha mantenuto la colorazione verde-giallo brillante con una macchia centrale più scura del Paphiopedilum lowii, perdendo completamente le caratteristiche strisce scure a contrasto e ben spaziate del Paphiopedilum Booth’s Stone-Lady. I petali laterali sono portati a U rovesciata con le porzioni distali attorcigliate asimmetricamente (ma in modo meno evidente), con un’apertura più ampia, intermedia tra i due genitori; la larghezza dei petali è anch’essa intermedia ma è stata persa la caratteristica forma a cucchiaio delle porzioni distali del Paphiopedilum lowii; la colorazione è completamente ereditata dal Paphiopedilum lowii, con la metà finale dei petali di color ciliegia intenso e brillante. Il Paphiopedilum Booth’s Stone-Lady porta 4-5 fiori che si aprono contemporaneamente, invece il Paphiopedilum Alfredo Riboni apre i fiori in maniera sequenziale, caratteristica ereditata dal Paphiopedilum lowii.

STORIA
Il Paphiopedilum Alfredo Riboni è stato registrato nell’International Orchid Register dell’RHS da Varesina Orchidee (L’Amazone) il 31 gennaio 2024. Il Paphiopedilum Booth’s Stone-Lady è stato registrato nell’International Orchid Register dell’RHS da F. Booth nel 1989 e il Paphiopedilum Lady Isabel è stato registrato da Statter nel 1897. L’ibrido è nato dalla collaborazione di Gioele Porrini dell’azienda Varesina Orchidee con Gerard Schmidt dell’azienda L’Amazone Orchidees (Nalinnes, Belgio). Gerard Schmidt era un grande amico, collega e maestro di Alfredo Riboni, dell’azienda Riboni Orchidee (ora Varesina Orchidee). Gioele conobbe Gerard nel 2014 a Varese Orchidea; quando iniziò a frequentare le mostre nazionali e internazionali al fianco di Alfredo, che gli ha passato il testimone. Gerard divenne a poco a poco anche suo maestro, collega e amico. Gioele e Gerard hanno deciso di dedicare questo nuovo ibrido ad Alfredo per omaggiarlo in qualità di premio alla carriera, affinché rimanga imperitura la memoria del suo operato e della sua inossidabile dedizione a questo genere, che continua ancora oggi. Alfredo ha sempre amato, coltivato e selezionato il genere Paphiopedilum, divulgandone la conoscenza e facendolo conoscere al grande pubblico. Il nome stesso Riboni Orchidee era diventato una firma per i collezionisti del genere Paphiopedilum, che nell’offerta dell’azienda hanno sempre trovato la novità o la rarità che stavano cercando. Nonostante sia appena stato registrato, il Paphiopedilum Alfredo Riboni il 3 febbraio 2024 ha ottenuto la Médaille d’Or Hybride dal Sistema di Giudizio AFJO (Association Française pour le Jugement des Orchidées) alla mostra di Vergeze. Ha ottenuto il riconoscimento per i colori molto intensi, la forma non era ottima ma compensata dalla dimensione dei fiori, la pianta  era ben presentata e perfettamente sana.

 

Paphiopedilum Lowii Foto di Francesca Castiglione Orchis N 1 2024 p32
Paphiopedilum stonei Orchis N 1 2024 p32
Paphiopedilum rothschildianum Foto di Francesca Castiglione Orchis N 1 2024 p32

CURIOSITÀ
Tutt’ora, andando a visitare le serre della Varesina Orchidee, è possibile trovare Alfredo Riboni intento nel rinvaso di qualche Paphiopedilum, delicato genere dal carattere così deciso. Chi ne ha la possibilità colga l’occasione per conoscere qualche trucco dal maestro italiano dei Paphiopedilum! Speriamo che questo ibrido abbia una lunga vita e grande successo come colui di cui porta il nome.

Paphiopedilum Alfredo Riboni foto di Cristina Piasentin Coltivazine di Gioele Porrini Orchis N 1 p33

COLTIVAZIONE
Il Paphiopedilum Alfredo Riboni si coltiva come i Paphiopedilum multiflorali, gruppo di cui fa parte, in serra intermedia o calda. In inverno è meglio tenerlo a temperature minime di 15 °C. Necessita di luce intensa, come tutti i Paphiopedilum multiflorali, più abbondante rispetto alle altre sezioni di Paphiopedilum, quantità simile alle Cattleya, ma non tollera il sole diretto. Non ama essere suddiviso in piccole divisioni, possono passare diversi anni per riprendersi dopo la divisione. Va innaffiato abbondantemente nel periodo di crescita vegetativa, lasciando asciugare leggermente il substrato; in inverno invece bisogna regolare e ridurre le innaffiature con il diminuire della temperatura, riducendo anche la concimazione. È sufficiente un concime bilanciato con microelementi, ogni tanto alternato al nitrato di Calcio e al solfato di Magnesio, elementi fondamentali per la corretta crescita delle piante in generale.